Cosa mangiare? - Parte
2
Ossia: Come riconoscere
gli alimenti sani e di buona qualità leggendo le etichette
In commercio
esistono un’infinità di prodotti
alimentari e tra questi si nasconde sotto mentite spoglie molta spazzatura!
Capire cosa è di qualità e cosa no è difficile anche per gli esperti perché quest’infinità di prodotti contiene a sua
volta un’infinità di ingredienti, sia di origine naturale che artificiale e
conoscerli tutti è praticamente impossibile. Inoltre spesso i governi decidono
di abolire l’utilizzo di un certo ingrediente perché recenti studi lo danno per
dannoso e quindi quello che oggi è
considerato innocuo potrebbe non esserlo più domani!
Stando così
le cose ho sentito molte persone che, sfiduciate, non stanno più attente a cosa
mangiano pensando che un alimento vale l’altro; fare così è controproducente, non
si deve disperare! Con alcune accortezze è possibile fare in modo che nella
nostra dispensa ci siano cibi PIÚ sani e di qualità! Per giudicare se vale la
pena utilizzare un certo alimento è necessario: riflettere sul tipo di alimento e controllarne le
etichette.
Come è stato
detto e ridetto, dare almeno un’occhiata alle etichette presenti sulle
confezioni dei cibi che compriamo, è di fondamentale importanza.
Il fatto che sulla confezione ci sono MOLTE
ETICHETTE è già un indizio positivo sulla qualità del
prodotto. L’etichettatura è infatti una materia minuziosamente
regolamentata dalla legge; le aziende
sanno bene di essere OBBLIGATE a riportare informazioni VERE in etichetta e
che scrivere fandonie sui propri prodotti può costargli caro, sia in termini di
perdite economiche che di pubblicità.
Quali etichette guardare?
Importanti
da controllare, sono le etichette che indicano l’origine del prodotto. Infatti è ormai chiaro che c’è un nesso indissolubile tra la qualità
dell’alimento e la sua origine [nesso stabilito a livello europeo dal
regolamento CE n. 509, 510/06].
L’indicazione
dell’origine è obbligatoria solo per alcuni prodotti quali: certe carni, pesce,
frutta, verdura, miele e olio extravergine d’oliva. Di conseguenza se un
prodotto per il quale non c’è l’obbligo di dichiarare l’origine (per es. un
cereale o un legume) ha sulla propria confezione un’etichetta che la
segnala, esso è probabilmente di buona
qualità. Allo stesso modo, prodotti con marchi
di origine regolamentati a livello europeo quali IGP,DOP e STG dovrebbero essere una maggiore garanzia della qualità del prodotto perché per poterli
apporre, sono obbligatori più controlli. In generale, se l’origine è dichiarata esplicitamente sulla confezione, sicuramente
il produttore ne vuole far vanto e non ha niente da nascondere, il che è una
maggiore sicurezza sulla qualità del prodotto.
Anche un numero verde di assistenza clienti, un’
etichetta che descrive il metodo di
produzione e altre certificazioni
di qualità, sono buoni indizi per distinguere alimenti qualitativamente
superiori ad altri della stessa categoria.
Altre
etichette che sarebbe bene imparare a capire, sono quelle in cui sono elencati
gli ingredienti e le informazioni nutrizionali, che vado di
seguito a trattare.
Gli ingredienti
Sugli ingredienti,
prima di tutto, è fondamentale sapere che compaiono
in ordine decrescente di quantità. Di conseguenza, è molto consigliabile
dare uno sguardo almeno ai primi ingredienti, cioè quelli più abbondanti nel
prodotto. Purtroppo tra questi, ci sono spesso zuccheri e grassi/oli. Ecco un
paio di cose che tutti dovrebbero sapere su questi ingredienti:
Zuccheri (semplici): quando un alimento
ha tra i suoi ingredienti principali degli zuccheri è molto probabile che si
tratti di un cibo spazzatura. Gli zuccheri semplici raffinati sono molto
utilizzati nell’industria alimentare per dare sapore (io personalmente credo
che quando sono in prima linea hanno la funzione di nascondere o esaltare
qualcosa di scarsa qualità). Si ritrovano da per tutto, anche nelle scatolette
di mais e di piselli! Gli zuccheri hanno
molte caratteristiche negative tra cui: il fatto che fanno aumentare
velocemente la glicemia (livello di zucchero nel sangue) e che favoriscono la
formazione della carie. In una dieta sana dovrebbero costituire meno del 10-15%
dell’apporto calorico giornaliero, per questo è utile guardare le etichette e
sgominare quelli che si nascondono nella nostra alimentazione quotidiana. Ecco
di seguito gli zuccheri più utilizzati che potete rintracciare nelle etichette:
saccarosio (comune zucchero da cucina),
zucchero di canna, zucchero invertito, sciroppo di glucosio, sciroppo di
fruttosio concentrato, fruttosio (zucchero della frutta), glucosio, lattosio
(zucchero del latte), destrosio.
Grassi/oli: questi ingredienti hanno la
capacità di rendere il cibo palatabile e gustoso. Per darvi un’idea, uno dei
più famosi alimenti che ha tra i primi ingredienti un olio è la nutella. Grassi
e oli, sono costituiti da lipidi, nutrienti fondamentali per il nostro
organismo; le nostre linee guida ne consigliano un’assunzione pari al 30%
dell’apporto calorico giornaliero. Non tutti i lipidi sono però uguali; per
questo si sente dire spesso che bisogna evitare i grassi saturi,
prevalentemente contenuti nei grassi animali, che si accompagnano al
colesterolo e fanno aumentare il rischio di eventi cardiovascolari. Tuttavia
non è che i grassi vegetali siano una panacea; la questione è assai complessa
perciò prometto di dedicarci un post a parte al più presto. Per il momento ecco
il minimo indispensabile da sapere su grassi/oli in etichetta:
olio extravergine d’oliva: raro trovarlo
in etichetta, comunque ottimo
burro: anch’esso raro da trovare in
etichetta, contiene grassi saturi e colesterolo ma non subisce processi di
raffinazione
olio di cocco: contiene grassi saturi ma
anche una buona percentuali di acidi grassi MCT (fatto positivo)
olio di palma, girasole, arachide e oliva:
sono oli raffinati, che hanno perso molte delle qualità che avevano e possono
contenere tracce di solventi chimici (inoltre, per gli ecofriendly: l’olio di
palma è uno dei maggiori contribuenti all’inquinamento)
grassi/oli vegetali:
dicitura vaga, che presto sarà abolita, che cela miscele di oli di bassa
qualità
grassi vegetali
idrogenati: notoriamente implicati nell’insorgenza di malattie
cardiovascolari
Le informazioni
nutrizionali
Le informazioni nutrizionali, sono quelle tabelline che indicano calorie,
proteine, carboidrati…di cui zuccheri, grassi…di cui saturi, fibre e sodio (alcune volte si trovano anche altre informazioni in più a queste).
Dare un’occhiata alle informazioni nutrizionali permette al
consumatore medio di non trovarsi nella dispensa cibi malsani. Interpretarle
nel modo corretto non è proprio semplice, però fortunatamente molti produttori
aggiungono spesso valori percentuali! Tanto per farvi un esempio, i primi mesi
che frequentavo dietistica, avevo preso l’abitudine di farmi, a sera, una bella
vellutata surgelata. Sulla confezione c’era scritto che il contenuto equivaleva
a 2 porzioni, ma visto che dopo quella non mangiavo nient’altro, me la facevo
tutta. Con l’inizio dei corsi, inizio a considerare l’importanza del sale negli
alimenti (cosa che fino ad allora non mi aveva mai sfiorata) e inizio a
guardare le etichette. Un giorno mi capita sotto gli occhi l’etichetta della
mia amata crema di verdure e scopro, con mia grande delusione, che una porzione
conteneva circa il 50% di sale consigliato in una giornata e quindi io in un
pasto facevo fuori tutto il sale di una giornata! (Per la serie dietiste non si nasce, ma si diventa!)
Spero di aver soddisfatto l’intento di questo post, che era
di fornire indicazioni base per
poter capire, grazie alle etichette, se un cibo è sano e di qualità.
L’argomento è molto vasto, per cui molte cose non le ho dette/approfondite, ma spero
di farlo presto con altri post!
Grazie dell’attenzione,
spero ne abbiate ricavato qualcosa di utile!
Pace
Tess
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